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al testo di Alberto Rizzi
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Gli organi dell'udito di alcuni scorpioni del deserto sono costituiti da una fessura a ciascuna zampa. Ad ogni spostamento di animale attorno i granelli di sabbia si insinuano in queste fessure, urtando piccoli peli al loro interno; e permettono allo scorpione - sulla base della posizione e del numero delle zampe interessate - di calcolare distanza e direzione di quel movimento.
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Anche sulla nostra cute affiorano ormai fessure e fessure al nostro sedersi con grazia apparendo lo sdraiarsi cosa fuori luogo pur nei pochi momenti di riposo
sottopelle s'insinuano polvere di cose suoni banali immagini TVcolor gli echi delle stragi di Stato senza che alcuno vi presti più caso
E' l'abitudine che ci fa scivolar via sulle gravi pareti immani dell'indifferenza sbiego lo sguardo alla ricerca d'un improbabile sole
E' l'abitudine che ci fa aggrappare ai granelli di sabbia nell'intimità di ogni nostro deserto e ci rende impassibili al volteggio terminale d'una foglia
E' l'abitudine che ci presta quieti allo stivale che trasparente ci schiaccia
(tratta dalla raccolta "Il filo continuo", autopubblicata a Polesella (RO) nel 1998)
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